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Ferrosud, nota di Rospi

Nel corso di oltre 40 anni di esperienza, la Ferrosud S.p.a, azienda italiana con sede a Matera, che si occupa di costruzioni meccaniche nel settore ferroviario e di ristrutturazioni rotabili, ha offerto lavoro a tantissimi
cittadini lucani, raggiungendo gli oltre 800 dipendenti, e la sua competenza, unitamente alle dotazioni e agli impianti, la mettono sempre nelle condizioni di poter costruire qualsiasi tipo di carrozza in acciaio al carbonio, acciaio inox e lega leggera, rappresentando un’eccellenza nel settore. Attualmente la situazione della Ferrosud S.p.a. rientra nelle 150 crisi aziendali per le quali il Ministero dello Sviluppo Economico si è adoperato attraverso l’apertura di tavoli tecnici.
“Ad oggi, la Ferrosud S.p.a. occupa circa 100 lavoratori, i quali vivono in un costante stato di ansia dovuto alle sorti dello stabilimento materano, che rischia la chiusura a causa della crisi aziendale e di commesse che ormai perdura da diversi anni”. Lo dichiara il Deputato Gianluca Rospi del MoVimento 5 Stelle.
“Nel febbraio scorso, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è tenuto un incontro tra le parti interessate, riguardante il futuro della Ferrosud S.p.a., risultato infruttuoso. I dipendenti dell’impianto hanno visto una decurtazione del proprio orario di lavoro del 50 per cento a causa
della mancanza di commesse o a causa dei ritardi nei pagamenti da parte di alcuni committenti, tra cui anche Rfi. E’ notizia dell’ottobre scorso, secondo la quale, i vertici dell’azienda hanno presentato il nuovo piano industriale relativo all’opificio materana, che prevede la chiusura delle attività dell’impianto e la riduzione della forza lavoro di circa il 50 per cento”. Continua il Deputato Rospi.
“A tal proposito, per fare chiarezza sulla situazione, ho depositato un’interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico per denunciare l’accaduto, sollecitando gli stessi ad intervenire quanto prima al fine di tutelare e salvaguardare i dipendenti della Ferrosud S.p.a. Auspico che il Governo ritenga necessaria una ulteriore convocazione del tavolo tecnico cosi’ da individuare, con i vertici dell’azienda e con le sigle sindacali, una nuova politica aziendale che scongiuri la chiusura dello stabilimento e il licenziamento dei dipendenti, salvaguardando i livelli occupazionali e che il Ministero acquisisca le opportune informazioni riguardo lo stato di insolvenza dell’azienda verso gli ormai datati creditori.” Conclude l’Onorevole Rospi.

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