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Fitto, piano per il Sud entro fine novembre

Entro il mese di novembre vareremo il piano per il Sud”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto durante la conferenza stampa al termine del seminario sul federalismo che si e’ svolto a Taormina (Messina). “La prossima settimana potremmo gia’ essere nelle condizioni di varare il provvedimento -ha detto ancora il ministro- pero’ per maggiore certezza preferisco parlare della fine del mese”.  Si inzia così a definire il contorno di un progetto dedicato al Mezzogiorno, che aveva i punti su cui lavorare ma spaziava nel tempo. In particolare, grazie alla copertura di circa 100 milioni di euro  fino al 2013 (fondi europei e nazionali Fas 2007-2013, più il recupero delle somme non spese nel corso della precedente programmazione) si potrà intervenire su:

1) Assi ferroviari. “Il primo punto – dice fitto – è sicuramente quello relativo ai grandi assi ferroviari che devono riconnettere il Mezzogiorno secondo le direttrici Nord – Sud, Est – Ovest. Le risorse saranno prioritariamente destinate alla realizzazione dell’alta capacità tra Puglia e Campania, alla velocizzazione della tratta Salerno- Reggio Calabria, al collegamento tra Palermo e Catania”. Il ministro sottolinea che le risorse per questi invesitmenti ci sono già.

2) Formazione. Per il governo è fondamentale investire anche sulla formazione dei giovani, perché – dice Fitto – “il ritardo del sistema scolastico meridionale nel fornire competenze non è più tollerabile”

3)Università e ricerca. Il terzo punto è strettamente legato al precedente. Il ministor Fitto ritiene che “il mondo universitario del Sud deve essere sostenuto nella creazione di rapporti sia con le imprese sia con le reti di formazione internazionali per arginare la “fuga dei cervelli”. Per raggiungere l’obiettivo saranno utilizzate risorse nazionali e comunitarie.

4) Servizi pubblici locali. Il governo ha intenzione di concentrarsi sulla “arretratezza” dei servizi pubblici al Meridione, in particolare su smaltimento dei rifiuti e rete idrica.

5)Sicurezza. Raffaele Fitto presentando questo punto ha fatto riferimento all’omicidio del sindaco di Pollica, sottolineando che “nessuna forma di sviluppo è possibile dove non è assicurato il rispetto della legge”. Il ministro ha rivendicato l’azione di governo nella lotta al crimine (384 latitanti tratti in arresto e tra questi 25 dei 30 più pericolosi; quasi 10 miliardi il valore dei beni sequestrati, 2.1 miliardi assicurati al Fondo Unico di Giustizia derivanti dalle confische operate) ed ha sottolineato che l’aggressione ai patrimoni mafiosi è uno strumento efficace contro la criminalità

6) Incentivi. Il piano prevede che tutti gl incentivi disponibili per le imprese dovranno essere concentrati in poche misure. Il ministro per gli Affari Regionali ha sottolineato che “l’esistenza di decine di forme diverse di incentivazione e la sovrapposizione delle responsabilità tra Stato, Regioni ed Enti locali ha prodotto enormi sprechi di risorse, il finanziamento di progetti fallimentari e anche fenomeni di frode”

7) Banca del Mezzogiorno. Secondo il governo gli incentivi da soli non bastano per spingere l’economia del Sud. Ecco, quindi, che la Banca voluta da Giulio Tremonti diventa “un tassello fondamentale”. L’istituto avrà la peculiarità di essere radicata sul territorio, conoscendo così il tessuto produttivo e sociale

8)Pubblica amministrazione. L’ultimo capitolo riguarda la formazione del personale degli enti al Sud. “Dalla qualità della Pubblica amministrazione meridionale e dalla sua capacità di interpretare il cambiamento che i tempi nuovi impongono – afferma Fitto – dipende in larga misura il successo di questa nuova strategia.

Tutti punti importanti e che evidenziano alcune criticità del territorio come l’asse viario e i trasporti in genere, ma tuttavia il piano per il sud non dovrebbe suddividere le scuole “meridionali” da quelle del nord, definendo in ritardo il sistema scolastico. Le cattedre vengono assegnate con pari criterio al sud, quanto al nord, molti insegnanti “meridionali” trovano posto nel centro-nord italia, il sistema è italiano. A Roma nelle grandi manifestazioni per i diritti di docenti e personale ATA tagliati fuori dal sistema, giungono a dar voce ai cortei personale scolastico italiano, non del solo Mezzogiorno. Ottime le volontà di creare una rete università-imprese, tranne che, mancano le facoltà e il personale per rispondere alle esigenze degli studenti che restano (vedi Unibas a Matera) e peggio in questo momento mancano “imprese attive”.  Considerando che il Ministro auspica a fondi ed incentivi spesi meglio evitando gli sprechi, non sarebbe il caso di raccordare le varie intenzioni e azioni dei vari ministri (es. Fitto e la scuola meridionale con la Gelmini) così da evitare sprechi nel realizzare progetti che magari poi lasciano il tempo che trovano per l’attuazione e soprattutto flagellano le speranze dei singoli?

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