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Futuro nebuloso per la Fonte Itala di Atella

Acque agitate per i lavoratori della Fonte Itala. La storica azienda produttrice di acque minerali di Atella (Potenza), fondata nel 1873, dopo aver dichiarato fallimento nel febbraio 2018 e sospeso le attività nel settembre dello stesso anno, vede ora 6 suoi dipendenti ancora senza stipendio né ammortizzatori sociali dal 2019. Una situazione paradossale che questo piccolo gruppo di lavoratori, che non può contare sulla logica e sul clamore dei grandi numeri, deve affrontare da solo, a causa delle varie traversie burocratiche succedutesi negli ultimi mesi.
Il caso della Fonte Itala è emblematico dato che altre aziende del settore, come Traficante, Gaudianello e Cutolo, sono state rilevate da altri grandi colossi nazionali, mentre la Fonte Itala è ancora lucana al 100%,di proprietà della famiglia rionerese Tirico. Ma le difficoltà economiche hanno portato ad una situazione ormai ai limiti, un vero e proprio punto di non ritorno, tanto da essere messa all’asta.
Dopo la prima asta andata deserta nell’aprile del 2019, l’aggiudicazione della gara avviene nel settembre dello scorso anno da parte del gruppo campano Givad, leader nel settore della distribuzione delle bevande. Ma quando sembra che i dipendenti siano finalmente alla vigilia del trasferimento ufficiale alla nuova gestione, accadono ulteriori rallentamenti. Il primo è un ricorso fatto a marzo da parte della vecchia proprietà nei confronti dell’azienda acquirente, una vicenda legale del tutto privata che ha ulteriormente e ingiustamente gravato sulla riattivazione dei contratti dei lavoratori. La sopravvenuta emergenza COVID ha poi ulteriormente prolungato i vari iter.
Fin quando finalmente ad aprile i lavoratori passano sotto la nuova proprietà, ma non possono ancora accedere alla cassa integrazione in quanto rigettata dell’Inps, poichè risulta che la Regione Basilicata non abbia ancora trasferito la concessione mineraria alla nuova azienda, requisito che non permette a quest’ultima di dimostrare di svolgere l’attività di estrazione e di imbottigliamento delle acque. Nonostante l’impegno dell’Assessore regionale alle Infrastrutture, Donatella Merra, che ha sempre seguito il gruppo Givad e la vicenda di questi lavoratori, la pratica è ancora ferma sul tavolo del Direttore Generale, con delega all’ufficio geologico. Manca cioè una firma per sbloccare questa situazione. Lo scorso venerdì 12 giugno si è svolto anche un incontro tra i lavoratori, la parte sindacale, rappresentata da Vincenzo Esposito della Flai Cgil, e l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Francesco Cupparo, nella speranza che questi lavoratori non siano più “trasparenti come l’acqua” nei confronti delle istituzioni.

 

Lavoratori Fonte Itala Atella

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