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Il Vicepresidente della Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura, Basilio Gavazzeni, commenta la riapertura della chiesa della SS Trinità a Potenza

L’indegna gazzarra organizzata alla riapertura della chiesa della SS.Trinità di Potenza non può che aver indignato ogni persona capace di discernimento. Fossi stato il responsabile della chiesa, l’avrei riaperta appena concluse le indagini comandate dal magistrato. Giù le pretese da un edificio che appartiene al popolo fedele di Dio e ha una lunga tradizione di Eucaristie, di preghiere e di bene. Elisa è stata martirizzata.  Ricordo che la Chiesa delle prime stagioni elevava basiliche sui luoghi dove i martiri erano stati sacrificati. Una domanda pertinente a tutti: oggi chi vuole bene a Elisa? Non la giustizia. Non le persone avvezze a cavalcare le tragedie. Non gli amici né gli intimi. Nemmeno i parenti. Oggi nessuno può assicurare a Elisa un affetto efficace. Oggi l’ama davvero Dio che le rende giustizia, la innalza, la fa partecipare alla propria convivialità, la indìa, insieme con coloro che, si legge nel Libro  dell’Apocalisse, passati attraverso “la grande tribolazione”, si assiepano attorno all’Agnello cui sono somiglianti, resi candidi paradossalmente dal sangue che li ha arrossati. Così è giusto contemplare Elisa. Se ciò non è verità, il nostro lutto rumoroso è vano.

Basilio Gavazzeni         

Presidente della Fondazione Lucana Antiusura

Vicepresidente della Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura

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