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La mattina del 20 gennaio aprono le prime due esposizioni di Matera Capitale europea della cultura 2019

La grande mostra internazionale Ars Excavandi, curata dall’architetto Pietro Laureano che ha redatto il dossier per inserire i Sassi e la Murgia materana nell’elenco del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, è stata realizzata da ETT S.p.A. per la Fondazione Matera – Basilicata 2019 con la collaborazione del Polo Museale della Basilicata. La mostra indaga sull’arte e le pratiche di scavo che hanno dato luogo ad architetture, civiltà e paesaggi rupestri attraverso i secoli. Rilegge da una prospettiva contemporanea la cultura dell’arte ipogea dal primo uso di cavità naturali e incisioni sulla roccia alla realizzazione di grotte, abitazioni, monumenti, opere idriche, città epaesaggi basati sullo scavo. Il percorso, articolato tra il Museo Ridola e gli ipogei di Palazzo Lanfranchi, condurrà i visitatori in un itinerario che spazierà dal Paleolitico al presente e li porterà a interrogarsi sull’attualità del mondo delle caverne nella prefigurazione di futuri modelli di progresso umano.
La visita della mostra, che si sviluppa in cinque tappe caratterizzate dagli elementi Aria, Fuoco, Eros, Acqua, Terra marcati dai colori Giallo, Rosso, Ultravioletto, Blu, Verde e da una serie di suoni e profumi, si svolge in modo cronologico con rimandi in basso alla linea del tempo, e sulle pareti sono presenti continue analogie atemporali con l’arte, l’artigianato, le tradizioni, il folklore, la musica, i riti. Il paradigma concettuale è che tutte le età sono contemporanee e tutte le civiltà sono attuali. Per l’occasione, riaprono al pubblico gli Ipogei di Palazzo Lanfranchi completando il percorso espositivo. I fruitori possono accedere al ventre della Terra e vivere di persona la magnificenza dell’architettura scavata, frutto di un duro e sapiente lavoro umano. All’interno del percorso è custodito una ricostruzione dell’altopiano murgico e dei Sassi di Matera cosi come descritti nel XVI secolo, realizzata dai due maggiori conoscitori della Matera sotterranea, Enzo Viti e Teresa Lupo; un gioco di luci e proiezioni permetterà di vedere ai raggi X la città di Matera, mostrando una parte degli oltre 20mila mq di strutture e architetture ipogee nascoste sotto la città di Matera.
La mostra vuole stimolare la curiosità dei visitatori attraverso una serie di domande alle quali si avrà risposta durante il percorso espositivo. Perché fu fatto il primo scavo? Sono attuali l’arte e il pensiero delle caverne? Qual è la città più antica del mondo? Durante il percorso sarà organizzato un gioco interattivo Chi siamo? che pone quesiti simili ai visitatori che possono partecipare grazie a un braccialetto RIFD. Il gioco termina con la risposta che siamo quello che conosciamo e il visitatore riceverà un certificato di Nomade Digitale indicante il suo grado di Empatia Universale con la figura che lo identifica a uno dei personaggi della mostra e potrà quindi essere uno o una: Neanderthal Percettivo; Sapiens Innovatore; Sciamano Scopritore; Paleo Astronauta.
Una prima coniugazione di questo percorso è rappresentato dal la mostra MATER(i)A P(i)ETRA a firma del fotografo, regista e scrittore Carlos Solito. Matera e Petra due città scolpite nella roccia, due città dalla straordinaria storia millenaria, due città uniche gemellate Unesco e, con le proprie peculiarità rupestri, a latitudini differenti, fiori all’occhiello di territori che le abbracciano disegnando una cornice di geografia, natura, paesaggi d’uomo che invitano a un viaggio, alla scoperta.
Diecimila anni di storia racchiusi nella pietra. Questa è Matera, tra le città abitate più antiche al mondo, con radici
che affondano negli albori della civiltà in un passe partout di rocce testimoni di un presente che è passato e un ineguagliabile “futuro primevo”. È come osservare una struttura vivente che, nutritasi dei popoli che l’hanno abitata o attraversata nella storia, è riuscita a mantenere un’identità solida e ben definita, caratterizzata dal suo attaccamento alle tradizioni, alla storia, alla cultura. In Giordania, a migliaia di chilometri di distanza, Petra è a suo modo lo specchio vivente della città lucana. Anch’essa scavata nella roccia, la capitale degli antichi Nabatei è un ventre materno che ha dato vita e ospitalità ad antiche civiltà. Patrimoni dell’Umanità, i due siti sono il pretesto per “addentrarsi” in Basilicata e Giordania, i due rispettivi territori d’appartenenza, per scoprirne le bellezze e le peculiarità del must paesaggistico, artistico, storico e antropologico.
Su questo invito, dalla Lucania al Regno Hashemita , nasce il progetto fotografico MATER(i)A P(i)ETRA. Un reportage sulla reciproca essenza che esalta i silenzi, l’umanità e l’arcaico sacro di queste uniche sorelle di pietra. Un viaggio in 80 fotografie – suddivise in 40 coppie – dal forte potenziale visivo, narrativo, concettuale, analogico e simbolico dove i luoghi, le atmosferee soprattutto il racconto umano, propongono un itinerario e un dialogo ideale dall’altipiano della Murgia alla sponda orientale del fiume Giordano.

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