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L’UGL Basilicata contro gli onorevoli e senatori

“Mentre la crisi brucia ed i Lucani tremano per le loro misere pensioni , i nostri onorevoli col doppio lavoro possono cominciare a preoccuparsi delle ricche liquidazioni che li attendono a fine mandato. Eh sì perché per l’UGL Basilicata, pochi sanno che tutti i parlamentari, oltre al vitalizio, quando escono dalle Camere prendono pure una corposa buonuscita, formalmente detta ‘Assegno per il reinserimento nella vita lavorativa’”. Lo fanno sapere congiuntamente Giovanni Tancredi, segretario generale regionale e, Giuseppe Giordano, componente dell’UGL Basilicata. Per i sindacalisti, se le anticipazioni sconcertanti di misure che il governo si appresterebbe a varare saranno veritiere, si farà pagare la manovra alla povera gente anche lucana, dove andranno certamente ad intervenire coi tagli su servizi, detrazioni per la famiglia, pensioni e ticket in una Regione, già per sé martoriata e colpita da una disoccupazione dilagante composta da povera gente che deve mantenere in famiglia minimo un giovane disoccupato a testa.

“L’UGL Basilicata – proseguono Tancredi e Giordano – chiede alle Istituzioni Regionali di vigilare in questo momento delicato sullo stato sociale ed assistenziale del popolo perché si è già in una fase di collasso. Il nostro sindacato, dà la disponibilità a valutare i tagli, ma che non riguardino solo il sociale e in particolare le famiglie meno abbienti giacenti nel territorio. Detto questo, rimane al quando inapprezzabile apprendere – continuano i leader UGL – che tutti gli onorevoli non solo prendono ogni mese un lauto stipendio di circa 14 mila euro netti, con aerei, treni e autostrade gratis; non solo a 65 anni incassano un vitalizio che va dai 2.500ai 7.500 euro lordi, che dovrebbe essere sostituito da un sistema effettivamente contributivo analogo a quello di tutti i lavoratori. Ma quando escono dal Parlamento – concludono i segretari dell’UGL, Tancredi e Giordano-  i nostri onorevoli e senatori ricevono pure una buonuscita, accantonata grazie ai contributi mensili defalcati dalla busta paga, ma che non ha uguali in Europa: dopo cinque anni sullo scranno, 46.814 euro, dopo 15 anni oltre 140 mila euro da brindare alla salute dei Lucani che li hanno votati permettendogli di ‘poterli rappresentare e tutelare’ nel meglio”.

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