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Matera, dov’è la scuola di Alta Formazione?

Ci sono momenti importanti che non possono essere rimandati per la nostra città, che potrebbero rappresentare un livello di prestigio e vanto e che questa politica rischia di far perdere, o comunque ritardare inesorabilmente. Nell’attuale condizione ove lo stallo della politica crea le condizioni per non pensare a quello che è veramente importante per la città, emerge un allarme culturale che nonostante l’impegno di molti rischia di discostarsi dagli impegni presi. Dalla firma del protocollo d’intesa del 4 settembre 2007, sono passati quasi 5 anni, la precedente consiliatura aveva capito che lo sviluppo culturale e turistico della città non poteva non tener in considerazione l’insediamento di scuole d’eccellenza con specificità uniche, rare e preziose. Per tali motivi si puntò al massimo, un percorso scolastico e professionale di altissimo livello e lo si è trovato nell’Istituto per la Conservazione ed il Restauro che guardasse non solo al nostro paese, ma fosse il riferimento per l’area mediterranea. Oggi questo è realtà e la città ne dovrebbe essere fiera, soprattutto perché le altre prestigiose scuole sono a Torino con Venaria Reale, Firenze con l’Opificio delle Pietre Dure, Roma con San Michele a Ripa e l’instauranda Matera con Santa Lucia alla Fontana. Quattro scuole di restauro in Italia, quella di Matera, unica nel sud che darebbe un impulso forte e sostanziale all’indotto occupazionale oltre che rappresentare un ampio ruolo culturale di primo piano. Una scuola che forma restauratori, giovani che non vengono fuori da una formazione scolastica fatta del solito pezzo di carta, ma fucina di tecnici che sono immediatamente inseriti nel mercato del lavoro, quindi con effetti pratici istantaneamente visibili. A fronte di tutto questo, sarebbe ragionevole pensare che i tempi dovrebbero essere scanditi con l’urgenza che il caso merita, ed invece la politica di questa città sembra non accorgersi di tutto ciò, di snobbare la struttura. Come per i Sassi, dove appare che non se ne percepisca il valore, anche qui sembra che non ci si accorga della fortuna che viene riservata alla città; non si produce alcun impulso, si attende che le cose accadano perché altri debbano interessarsi, tant’è che, solo dopo forti sollecitazioni che nulla hanno a che fare con questa amministrazione, viene firmato il protocollo d’intesa tra le parti interessate, (ottobre 2010), dopo quell’atto si sono ufficialmente aperte le porte dell’Istituto. Lo scorso anno, fu lo stesso Presidente della Fondazione Zetema, che colto da ottimismo, stimò la consegna dei lavori della sede, l’ex convento di Santa Lucia, per l’estate del 2012 e di conseguenza, l’avvio dei corsi per l’autunno dello stesso anno. Previsioni che oggi, nell’imminente vigilia, ritengo lontane e son certo non verranno rispettate. All’inizio della primavera del 2012, a ben guardare il cantiere mi risulta difficile profetizzare date che trovino il loro effetto nell’immediato futuro. I lavori nell’ex convento di via La Vista sembrano abbandonati o comunque in colpevole ritardo rispetto alle aspettative, in tale sito vi è una centrale elettrica che attende di essere spostata in via Lucana da anni. Oramai ci si rassegna al passaggio del tempo e sempre meno se ne comprendono i ritardi, soprattutto quando le necessità sono quelle tanto attese, così gratificanti; l’insediamento di strutture di eccellenza che dovrebbero essere elemento di spinta unitaria sulla quale puntare con forza, una tappa di estremo prestigio per la città; un incubatore di profili professionali unici che vedrebbero l’avvio con 100 allievi e 36 professori tra i migliori al mondo. Ma veramente puntiamo ad essere capitale europea della cultura, lo si dimostri nei fatti perché sino ad oggi di chiacchiere ne abbiamo sentite fin troppe.

Adriano Pedicini Consigliere PDL Matera

 

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