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Migranti, Simonetti: “Nel 2017 un milione e 135 mila euro ai comuni lucani”

“Sono circa 800 i migranti indiani, pakistani e afganistani che nel 2016 hanno lavorato in provincia di Potenza per sostenere le attività produttive nel settore zootenico e lattiero caseario e che consentono di mettere sul mercato anche i prestigiosi formaggi ed il latte della Val D’Agri, del Marmo Melandro e del Vulture Melfese. Anche in provincia di Matera i migranti sostengono il tessuto economico: solo nel Metapontino nel 2016 hanno lavorato oltre 14.000 migranti, comunitari e non. Senza di loro non si raccoglierebbe la frutta, non si mungerebbero le mucche”. Lo rende noto, in un comunicato stampa, Pietro Simonetti, Coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata. “Anche nel Vulture – aggiunge Simonetti – non si raccoglierebbero i pomodori. Facciamo un po’ di conti, soprattutto per coloro che sparano insulti contro i migranti ed i richiedenti asilo. Nel 2016 hanno lavorato in Basilicata oltre 44mila migranti. 22mila famiglie di anziani godono dell’assistenza di migranti di ogni parte del mondo, anche di quelli che vorrebbero cacciarli.
Andiamo oltre: attualmente in Basilicata sono ospitati circa 2700 richiedenti asilo (In Molise, con 360.000 abitanti ci sono 3500 richiedenti), in 56 comuni, stamani se ne sono aggiunti 2, in 220 strutture, mentre risultano occupati nel sistema di accoglienza oltre 550 lucani, la meta degli assunti dalla Fiat per i nuovi modelli. Nessuna regione nel nostro paese si avvicina al 50% dei comuni che accolgono. Con la nuova intesa sottoscritta con Prefetture, Anci e Upi, avremo un allargamento dell’accoglienza diffusa e vincoli precisi per evitare affollamenti e creare inclusione con i lavori utili, la formazione professionale nei tre settori dell’agricoltura, ciclo delle costruzioni e lavoro di cura.
Per il 2017 ai Comuni spettano 500 euro a migrante che per 2700 ospitati in Basilicata fanno un milione e 135 mila euro. Ovviamente tutto questo produce odio e risentimento nei produttori di paura ad ogni livello. Bisogna ignorarli per la semplice ragione che gli insulti, i toni diffamatori segnalano la debolezza culturale. Ma tutto questo non scalfisce la ragione dell’impegno della Regione Basilicata: sostenere gli ultimi di qualsiasi pelle”.

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