BasilicataItinerari ed Agroalimentare

Tavola rotonda della Cia sul ruolo degli agriturismi

In occasione dell’XI giornata nazionale dell’agriturismo, si è svolto al museo Ridola di Matera una tavola rotonda sul ruolo degli agriturismi nell’integrità e sviluppo del territorio. Il presidente della Cia – agricoltori italiani della Basilicata, Nicola Serio, nel suo saluto di ringraziamento alla città di Matera per la sua ospitalità, ha voluto sottolineare la necessità degli agriturismi lucani di fare rete, organizzarsi ad accogliere le comitive e soprattutto i nuovi turisti orientali.
“Lo spazio rurale – ha detto il direttore regionale Cia Basilicata Donato Di Stefano – è il luogo intorno al quale dobbiamo costruire qualcosa di importante nella nostra regione. Sono 165 gli operatori agrituristici in Basilicata, che racchiudono all’interno della propria azienda una perfetta integrazione di tantissime attività. Bene il testo unico sulla legge regionale dell’agriturismo, ma spera che ci sia ancora la possibilità di integrarlo rafforzando le misure sulla formazione, visto le tante competenze necessarie, e una qualche premialità per quelle aziende che si riforniscono di materie prime esclusivamente da aziende agricole regionali”.
In seguito, è intervenuta Giulio Sparascio, presidente nazionale di Turismo Verde, provando a spiegare il perché del titolo, forse un pò audace, di ‘Nessuno è più sostenibile di noi’: “Noi operatori agrituristici in questi trent’anni di attività siamo riusciti ad animare i territori e riproporre i valori della ruralità. Abbiamo prodotto relazioni, la comunità si è accorta del nostro lavoro e ci sostiene; siamo l’identità di questi magnifici luoghi e le nuove generazioni guardano con molto interesse a questo tipo di agricoltura”.
La dott.ssa Francesca Sogliani – Direttrice della scuola di specializzazione in beni archeologici dell’università degli studi della Basilicata –ha ricordato come il paesaggio è stato scelto dall’uomo per creare i suoi insediamenti, il paesaggio è la stratificazione delle caratteristiche naturali, culturali, sociali di un luogo. “Sarebbe molto felice di realizzare insieme a noi un progetto pilota con il coinvolgimento dei suoi allievi e trovare un modo nuovo di presidiare e gestire le aree rurali: facciamo uno studio di come il paesaggio agreste si è evoluto nel tempo e dove possibile come recuperarlo. Rendiamo fruibili alla popolazione anche i beni archeologici minori, il timore di intaccarli può essere facilmente superato con una corretta sinergia tra le parti dove gli agricoltori possono svolgere un ruolo molto importante”, ha detto.

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