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Domani a Potenza manifestazione regionale dei forestali

Circa 2.500 lavoratori forestali lucani parteciperanno domani a alla manifestazione organizzata dalle segreterie regionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil in occasione dello sciopero regionale del settore forestale. Nel capoluogo sono attesi circa 45 pullman provenienti da ogni area della regione. Il corteo partirà alle 10,30 da Via del Gallitello all’altezza della Galleria Unità d’Italia e si concluderà in Viale Verrastro davanti alla sede della giunta regionale. I sindacati rivendicano il rispetto dell’accordo del 2009 sulle 151 giornate e sullo sblocco del turn-over e chiedono garanzie sulla data di apertura dei cantieri forestali e sulla governance del settore.

Per i segretari generali Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello, “il ricorso alla mobilitazione generale si è resa necessaria per lanciare un segnale chiaro e fermo alla Regione sul rispetto degli accordi sottoscritti. Il nostro obiettivo è tutelare la funzione della forestazione come politica attiva di gestione del territorio e allo stesso tempo valorizzare il lavoro e le competenze dei forestali lucani. Lo sciopero generale è la necessaria conseguenza della perdurante inazione del governo regionale che sulla forestazione ha tenuto un atteggiamento ondivago e superficiale e delle preoccupazioni circa il concreto avvio dei cantieri nella fase di passaggio dalle comunità montane e alle aree programma”.

In concomitanza con lo sciopero regionale dei forestali, Fai, Flai e Uila manifestano anche contro la riforma del mercato del lavoro che rischia di innescare una “totale e definitiva destrutturazione del mercato del lavoro agricolo dipendente con l’estensione a tutte le tipologie d’impresa e di lavoro dei voucher”. Alla base della protesta anche la difficile situazione in cui versa il settore zootecnico e l’incertezza sui finanziamenti alle associazioni degli allevatori. Infine, la questione relativa ai lavoratori degli uffici territoriali per la biodiversità del Corpo forestale dello Stato che da cinque anni attendono il rinnovo del contratto di secondo livello.

 

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