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I problemi dell’Italia (e della Basilicata) secondo la CNA

Questo è l’appello della CNA di Basilicata lanciato dal Presidente regionale Giovanni Coretti. La situazione italiana più volte denunciata dalla CNA Nazionale trova una sua compiuta raffigurazione anche a livello regionale. Semplificazione burocratica in tutti i procedimenti di competenza regionale, interventi sulla fiscalità regionale, messa in campo di politiche a misura di micro e piccole imprese efficaci, aiuto ai giovani nel loro impegno a fare impresa, sono le condizioni indispensabili per aiutare il sistema imprenditoriale lucano a fare rotta verso nuove e più ambiziose mete agganciando finalmente la ripresa, già evidente in alcune parti d’Italia ma non nella nostra Regione.

Ad alcune considerazioni più di carattere nazionale quali “il nostro Paese deve cambiare rotta, altrimenti rischia grosso”, ribadito più volte anche dalla Cna Nazionale in questi ultimi tempi, si sommano una serie di disfunzioni regionali, tra cui la più evidente è certamente quella del ritardo nella spesa dei fondi europei. “Siamo ormai in pochi – afferma Giovanni Coretti, Presidente regionale CNA – a credere alla favoletta raccontataci in tutti questi anni di essere i più bravi a spendere i fondi, siamo i più bravi tra i peggiori che è sicuramente cosa diversa da dire siamo tra i più bravi tra i migliori. Mi viene in mente la metafora dell’orbo che vive in un paese di ciechi.

“Non abbiamo molti motivi per essere ottimisti, in Italia la crescita è lenta ed inferiore a quella media europea, la disoccupazione non viene assorbita, la ripresa è selettiva e per pochi. Tutte situazioni che nella nostra Regione vengono ancor più amplificate dalle mille difficoltà che stiamo vivendo. Il Governo regionale dovrebbe ispirarsi ai principi dello Small Business Act, riconoscendo la centralità della micro e piccola impresa nell’economia regionale”.

“Riguardo alla fiscalità è assolutamente preminente – continua Coretti – che i Comuni non pensino di ‘mungere’ le imprese solo per far quadrare i conti, scombinati dai tagli imposti dal Governo centrale. Ricordiamo che oggi in Italia la pressione fiscale reale è ben oltre il 50%, e colpisce soprattutto i piccoli imprenditori. A livello locale, i Comuni stanno tirando fuori dal cassetto tasse ormai scomparse perché dicono che non hanno più risorse. Se questo è solo un assaggio di cosa accadrà quando il federalismo fiscale sarà a regime c’è di che essere spaventati.

Sul versante credito – conclude Coretti – occorre evidenziare la grande importanza dell’accordo col Governo e l’Abi per la proroga della moratoria del debito alle piccole imprese, ma siamo già in allerta per quanto concerne Basilea 3: per la progressiva applicazione dei parametri previsti dal nuovo accordo sarà ancora una volta decisivo l’uso di tecnicismi cui poco o nulla importa della storia ei una impresa. Come pure è assolutamente necessario continuare a garantire il sostegno regionale ai Consorzi Fidi che tanto hanno fatto per le imprese negli anni più duri della crisi (2009 e 2010) ed oggi rischiano di pagare un prezzo troppo alto solo per aver voluto essere vicini alle istanze delle nostre imprese.

In merito poi ai tempi di pagamento della P.A., già oggi si sente parlare di una stretta dei pagamenti dovuti dalla Regione alle imprese, prefigurando già a febbraio 2011 lo spettro del Patto di stabilità con tutto quello che questo significa per le Imprese.

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