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Apprendistato, Viti: “Al consigliere Napoli suggerisco un sereno approfondimento”

“Considero il presidente Napoli persona troppo perspicace perché possano essergli sfuggite le autentiche novità che vengono dai provvedimenti assunti dalla Giunta regionale in materia di apprendistato nel quadro delle politiche attive del lavoro che la Regione sta attuando nella cornice sia della legislazione nazionale in progress, sia in coerenza con le strategie che sono dentro il protocollo di Basilicata 2012”. E’ la replica dell’assessore alla Formazione, Cultura e Lavoro Vincenzo Viti alle dichiarazioni del consigliere regionale Michele Napoli (Pdl) in merito al Protocollo d’Intesa. varato dal governo regionale. per i primi provvedimenti attuativi del Testo unico dell’apprendistato.

“In verità non si tratta né di “documenti monchi” (qual è l’arto che manca?) né di espedienti né di palliativi, come recita la prosa arrembante del Consigliere Napoli. Credo se ne sarebbe accorta la platea, affollata e responsabile, dei firmatari del Protocollo di Intesa (Sindacati, Organizzazioni di categorie, Confindustria, Confapi, Confartigianato, per citarne solo alcuni).

Il Protocollo – ha aggiunto l’assessore – è l’atto che già oggi rende possibile l’avvio di un’esperienza fondamentale che sono convinto lascerà il segno aprendo le porte a un incremento dell’occupazione giovanile mentre procede l’adozione, la discussione e approvazione della legge che, ispirata alle regole nazionali, disporrà il funzionamento di un meccanismo che attendeva da tempo di essere attivato. Il lavoro di sintesi fra diversi punti di vista e fra interessi non tutti convergenti ha peraltro richiesto – ha continuato Viti – una mediazione che è stata, per unanime riconoscimento, coronata da successo.

Al consigliere Napoli suggerisco un sereno approfondimento. Quando egli parla di apprendistato come un puro e semplice modulo formativo non rammenta che l’art. 1 del D.L.vo 167/2011 definisce l’apprendistato come “un contratto di lavoro a tempo indeterminato finalizzato alla formazione e alla occupazione dei giovani”. Peraltro, egli continua a confondere quelle che egli definisce – ha affermato l’esponente del governo regionale – vecchie pratiche formative con quelle che si configurano e si configureranno, come vedrà, come scelte di politiche attive del lavoro, connotate da una visione organica e integrata e da puntuali riscontri e verifiche. Credo vi sia un interesse comune a lavorare concretamente a servizio di obiettivi, fra i quali prioritario è il sostegno all’occupazione giovanile e femminile che non sono privativa di alcuno poiché appartengono ad una sensibilità largamente e sinceramente condivisa”.

 

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