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Covid, terminata a Matera la prima fase di screening con test rapido

Sono state oltre 4.300 le persone sottoposte a test antigenico rapido nelle quattro giornate di screening effettuato nella palestra dello stadio XXI Settembre-Franco Salerno. L’indagine diagnostica su vasta scala ha riguardato il personale scolastico e gli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado. Cinque le persone risultate positive, e che pertanto sono state sottoposte a verifica attraverso il tampone molecolare presso l’Azienda sanitaria locale del materano, che si è anche occupata del tracciamento dei contatti.

L’indagine è già stata allargata ad altre categorie a rischio, tra cui autisti dei mezzi di trasporto pubblico, addetti al servizio di igiene urbana e vigili del fuoco.

 

“Questa attività è stata resa possibile grazie alla collaborazione che ha interessato diversi soggetti – ha affermato l’assessore alla Sicurezza, Raffaele Tantone-: il presidente della Regione, Vito Bardi e l’assessore alla Salute, Rocco Leone, per avere assicurato la fornitura dei tamponi; l’Asm che si è attivata mettendo a disposizione il personale sanitario e informatico per la gestione dei dati; i volontari di protezione civile, che hanno gestito i flussi delle migliaia di persone che si sono sottoposte al tampone; il personale del Comune e la polizia locale che hanno curato i rapporti con gli istituti scolastici e la gestione dei form di prenotazione on line. E’ importante la prosecuzione di questa attività di collaborazione, che ha coinvolto anche le famiglie, le quali hanno compreso l’importanza del test quale strumento per monitorare la diffusione del Covid”.

“L’utilizzo dei test antigenici rapidi può essere utilmente esteso a contesti diversi – ha aggiunto Tantone – in quanto in grado di assicurare una diagnosi accelerata dei casi, consentendo una tempestiva diagnosi, diversamente dai test molecolari che richiedono un intervallo di tempo più ampio per ottenere l’esito. Siamo già al lavoro per esaminare i dati e le possibilità di estendere lo screening ad altre categorie di persone ritenute maggiormente a rischio”.  

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