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Dipartimento Salute della Regione Puglia emana circolari sulla continuità lavorativa dei centri diurni

“Il Dipartimento di Salute sta emanando una serie di circolari con cui si prefigge di regolare la continuità lavorativa dei centri diurni, ma, di fatto, sta limitando la sua azione esclusivamente verso quelli contrattualizzati, con contratti in proroga da anni, creando ulteriori disparità di trattamento”. Lo ha detto il consigliere regionale Mario Conca.

“La situazione riguarda soprattutto i centri diurni autorizzati e non contrattualizzati che rischiano seriamente di non superare il guado se non si interverrà con celerità per porvi rimedio. La colpa della mancata contrattualizzazione da parte delle ASL non è certamente ascrivibile ai gestori, ma va ricercata nella cronica incapacità dell’assessore alla Sanità di coordinare e di omogeneizzare le disposizioni e le linee guida che dovrebbero essere input vincolanti per il DG10. – continua Conca – Così succede che mentre in Puglia viene riesumato una sorta di vuoto per pieno, bandito da anni perché giustamente ritenuto uno spreco, per remunerare le strutture contrattualizzate, nelle altre regioni, invece, ci si preoccupa prima di garantire la continuità assistenziale degli utenti attraverso forme terapeutiche alternative o contingentando gli accessi e la frequenza. In assenza di un programma di ripristino delle attività, anche in periodo di emergenza covid, il rischio è che la chiusura si protragga sino a settembre abbandonando a se stessi e scaricando sulle loro famiglie la gestione dei ragazzi disabili, soprattutto dei soggetti psichiatrici”.
Conca, poi, lancia una frecciata alla giunta regionale: “Quando manca una vera programmazione, è naturale che il caos regni sovrano. Ai centri diurni contrattualizzati conviene stare chiusi perché la quota sanitaria al 100% è assicurata. Ai centri non contrattualizzati, ai quali non viene riconosciuta la quota sanitaria e l’utilizzo dei buoni servizio, è vitale aprire pena la loro soccombenza. Per i ragazzi con disabilità, che questi centri li frequentavano, converrebbe che riaprissero per riprendere le attività.
A Emiliano e Montanaro interessa davvero il benessere psicofisico degli assistiti? Staremo a vedere”.

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