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Ex Daramic, la Femca non firma la mobilità

Si torna a parlare della ex Daramic di Tito. Nei giorni scorsi si è tenuto in Confindustria un tavolo di confronto per l’esame della mobilità richiesta dalla Step One che ha acquisito lo stabilimento tramite la controllata Sistema. Lo rende noto il segretario generale della Femca Cisl Basilicata, Gerardo Casaletto, precisando che a settembre scade la cassa integrazione straordinaria per 87 dipendenti della ex Daramic che dovrebbero transitare in Sistema. Nel corso del tavolo, riferisce Casaletto, è emerso che la società Sistema, dopo aver acquisto il sito, si appresterebbe a cambiare di nuovo pelle e denominazione. Da qui la diffidenza della Femca e la decisione di non firmare la mobilità. “Non ci sono le condizioni per firmare la procedura di mobilità per la ex Daramic e chiediamo alla giunta regionale di intervenire per fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Tito”. Casaletto sceglie la linea dura per denunciare quello che definisce “il solito gioco di scatole cinesi con continui cambi di denominazione e passaggi di mano e al momento zero prospettive in termini di ripresa produttiva e occupazionale. Prima di parlare di mobilità – continua Casaletto – vorremmo capire quali sono le reali intenzioni della Step One e pretendiamo che ci sia trasparenza anche sulla ventilata vendita dello stabilimento. A queste condizioni e senza un minimo di certezza per il futuro dei lavoratori fare un accordo sulla mobilità vorrebbe dire mettere una pietra tombale sul futuro della ex Daramic e dei lavoratori”. Il segretario della Femca Cisl lucana, intanto, ha già avanzato una richiesta urgente al dipartimento Attività produttive “affinché venga fatta piena chiarezza sullo sviluppo della vertenza. Oltre alla buonuscita concessa ai lavoratori, è opportuno ricordare che la Daramic ha messo a disposizione lo stabilimento con il vincolo della ricollocazione di tutto il personale, ma al momento i segnali – conclude Casaletto – vanno in tutt’altra direzione”.

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