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Le proposte della Cna al piano strategico della Regione Basilicata

Diverse e variegate su buona parte degli assi su cui è incardinato il Piano Strategico della Regione Basilicata le proposte della Cna di Basilicata elaborate congiuntamente alle Cna Territoriali di Potenza e di Matera.

Si inizia dalle Azioni finalizzate a garantire la tenuta demografica e la tutela della Sanità con la proposta di attribuire  un ruolo attivo alle strutture private che si occupano di salute e servizi socio sanitari quali le RASS1 o altre tipologie di soggetti privati per il raggiungimento dell’obiettivo “case della comunità” e/o “ospedali di comunità“. Per una più chiara interpretazione di quanto sopra esposto si prefigura un coinvolgimento dei soggetti suddetti già presenti nelle comunità al fine di garantire servizi sanitari di prossimità e/o domiciliari.

In merito poi alle Politiche per l’occupazione giovanile si propone la presenza a scuola degli imprenditori artigiani in  percorsi formativi rivolti agli alunni delle scuole superiori in modo da provare ad  avviare e appassionare sin dalla tarda adolescenza i futuri uomini e donne di Basilicata ai mestieri artigiani ed alla “ruralità”; da cui discende la creazione di percorsi scolastici di professionalizzazione post scolastica legata all’artigianato per differenziare l’offerta scolastica della Basilicata da quella di altre regioni/nazioni in modo da provare ad attrarre giovani in regione.

Nell’ambito delle azioni finalizzate a garantire la coesione territoriale e l’unità istituzionale della Basilicata estrema importanza è attribuita dall’Associazione alla riqualificazione delle aree di localizzazione degli insediamenti produttivi con la creazione di incubatori per lo sviluppo di indotti produttivi legati alle eccellenze industriali presenti nelle aree produttive di Basilicata. Nello specifico si immagina la creazione di percorsi pubblico/privati per incentivare le imprese presenti nelle aree produttive per avviare incubatori di per la creazione e l’avvio di attività necessarie alle stesse (attività di indotto).

Sempre nello stesso asse è apprezzabile nella bozza di Piano Strategico regionale l’azione relativa alla valorizzazione delle aree destinate agli insediamenti produttivi: aree industriali di competenza dei Consorzi Industriali ma anche PAIP (artigianali) di competenza dei Comuni. Con riferimento a queste ultime occorrerebbe individuare quelle realmente attive al cui interno sono ospitate tante imprese artigianali e Piccole Imprese, spina dorsale del sistema produttivo lucano, e assicurare loro azioni di valorizzazione dei siti produttivi  (manutenzione ordinaria, implementazione di servizi – banda larga, 5G, segnaletica adeguata, connessione delle stesse con le aree industriali – ma anche laddove possibile programmi di ampliamento atteso che tante attività dapprima esercitate nelle Città devono necessariamente andare nelle aree produttive e, a volte, sono così “piccole” che sarebbe eccessivamente costoso trasferirsi nelle zone industriali attesa anche la necessità di mantenere un contatto con i proprio clienti il più prossimo possibile alle Città. 

Con riferimento all’asse Progetto aree interne si chiede un ruolo attivo dei corpi intermedi nella creazione di percorsi di collaborazione delle imprese endogene per il mantenimento e la conservazione dei luoghi e dei saperi. Nello specifico auspichiamo le associazioni di categoria partecipino attivamente alla selezione e controllo delle imprese che debbano poi occuparsi del mantenimento e del recupero del patrimonio rurale e culturali inteso come l’insieme dei luoghi fisici e dei saperi. A tal proposito di propone la creazione di una Scuola Regionale delle Arti e dei Mestieri.

Una proposta che potrebbe rappresentare uno dei tasselli sui quali programmare una inversione di tendenza rispetto al problema dello spopolamento soprattutto delle aree interne della Regione. Legare ai vari programmi di supporto alla nascita di nuova imprenditorialità oltre che il sostegno economico e finanziario agli investimenti necessari per l’avvio dell’attività anche un sostegno alla genitorialità, in modo tale che una volta stabilita la soglia d’età per poter beneficiare del predetto sostegno, la neo imprenditrice o il neo imprenditore sarà invogliata/o a decidere anche di metter su famiglia e di mettere al mondo nuovi cittadini lucani. Sinora si è assistito sempre a programmi slegati tra loro o riservati alle sole lavoratrici dipendenti tesi a conciliare le esigenze di vita e di lavoro, ma nonostante tutto i risultati sono stati alquanto deludenti.

Con riferimento da ultimo alle Azioni finalizzate a valorizzare il potenziale di risorse “endogene” e alle politiche di rafforzamento e di valorizzazione del potenziale di risorse imprenditoriali “endogene” si propongono Azioni a supporto dell’artigianato lucano e del sistema della piccola impresa vocata sia alla presenza sul territorio regionale sia alla esportazione extraregionale e internazionale come di seguito esplicitate

I dati diffusi recentemente sullo stato di salute del comparto artigiano in Basilicata, infatti, indicano che occorre mettere subito in campo un grande programma straordinario di durata pluriennale in grado di ridare slancio economico, competitività e dignità sociale ad un comparto economico dimenticato negli anni. L’assunto che abbiamo ormai fatto nostro soprattutto negli ultimi anni è il seguente: il problema non è quello di prendere nota di quante siano state le imprese artigiane che hanno cessato l’attività, ma piuttosto domandarsi invece quali azioni vengono messe in campo per assicurare un sostegno efficace e duraturo nel tempo a quelle imprese che ce l’hanno fatta e che continuano, nonostante le mille difficoltà, ad operare. 

Tra le regioni meridionali, la Basilicata si distingue per l’importante ruolo svolto dall’artigianato nell’ambito dell’economia regionale. Le oltre 10.000 imprese artigiane attive iscritte alle due Camere di Commercio della regione rappresentano infatti ben il 20% delle imprese attive complessivamente presenti sul territorio regionale.

Oltre alla messa a terra di azioni mirate a garantire un reddito al maggior numero possibile di lucani contribuendo in tal modo ad alimentare tutto il tessuto commerciale e dell’artigianato di servizio (acconciatori, estetisti, officine di riparazione e manutenzione, servizi alla collettività) si rende necessario garantire un supporto alla crescita a quelle piccole imprese più dinamiche che hanno insite nel proprio DNA i cromosomi della crescita. Ci riferiamo alle tante piccole imprese anche artigianali che da tempo si confrontano con i mercati extraregionali e internazionali.

Sono queste le imprese principalmente foriere, se adeguatamente sostenute, di nuovi processi di crescita e sviluppo.

Bisognerebbe individuare dei parametri oggettivi (percentuale del fatturato rinvenienti da clienti ubicati al di fuori della Regione e/o della Nazione, struttura organizzativa adeguata – risorse umane nell’organico aziendale specializzate nella implementazione di progetti e processi di internazionalizzazione) una volta individuati i quali garantire a queste Imprese il sostegno della Regione nel loro processo di crescita.

A tutto ciò si aggiunga la necessità di continuare a sostenere l’abbattimento del costo del personale (stipendi e oneri sociali) per i nuovi assunti senza trascurare la possibilità di garantire un sostegno anche alle imprese che da anni garantiscono un determinato livello occupazionale senza aver più diritto ad alcuna agevolazione.

I cardini su cui impostare il predetto programma sono tre:

  1. Il primo è quello dell’innovazione. Bisogna sempre più spingere le nostre imprese ad essere al passo con i tempi soprattutto sul versante dell’utilizzo della tecnologia digitale in primis perché, sarà anche vero che la tecnologia sottrae posti di lavoro, ma ormai è ampiamente dimostrato che ne crea anche e molti più di quanto si possa pensare. Basti pensare alle opportunità generate dall’utilizzo delle stampanti 3D.
    Per quanto riguarda poi gli artigiani, soprattutto quelli legati ai mestieri tradizionali, l’innovazione dal punto di vista della comunicazione da mettere in campo utilizzando tutti gli strumenti attualmente a disposizione non fa altro che aggiungere competitività ad attività già perfettamente riconoscibili ed uniche, ampliandone i confini geografici senza limitazione alcuna nei quali far conoscere le proprie produzioni di eccellenza.
  2. Il secondo cardine è quello dell’aggregazione, ovvero bisogna favorire operazione di dialogo economico e di partnership tra le nostre piccole imprese ed anche in questo particolare settore le associazioni possono ancora una volta svolgere un ruolo importante di mediazione, di facilitatore e di guida di questi processi. Penso a progetti di rete specifici per il comparto artigiano da non confondersi più con altri programmi destinati a soggetti di dimensioni più grandi e dalle caratteristiche diverse; programmi specifici e ben riconoscibili per il mondo dell’artigianato. Al riguardo occorre dire, per onestà intellettuale, che gli ultimi interventi della Regione Basilicata, di cui va dato atto all’assessore alle Attività produttive Francesco Cupparo, non possono da soli colmare un vuoto di vent’anni soprattutto un vuoto di pianificazione e di programmazione di azioni di sviluppo rispetto ad un settore ad oggi ancora importante, considerate le oltre diecimila (dati Movimprese 3° Trimestre 2021 Basilicata Imprese totali registrate 60.833 artigiane 10.153 non artigiane 50.680) imprese iscritte nei registri camerali di Matera e Potenza.
  3. Ultimo cardine, non per importanza, su cui puntare, è l’internazionalizzazione. Può sembrare non alla portata di tutte le nostre piccole imprese, ma che con una azione duratura nel tempo su base triennale potrebbe spingere tante piccole imprese ad oggi non presenti sui mercati extraregionali – nazionali ed internazionali – ad avviarsi su questa strada; azioni che devono essere semestralmente monitorare per verificare il raggiungimento degli obiettivi. Quindi è necessario che l’efficienza di questo sostegno venga validato in tempi ravvicinati, volta per volta. Inutile ribadire che azioni ambiziose come quest’ultima che pone al centro delle proprie attività le imprese più competitive, quelle che noi da tempo definiamo  “campioni invisibili” è possibile solo con il concreto coinvolgimento delle Associazioni di categoria del comparto artigianale.” Un sostegno reale che parta dalla dimostrazione oggettiva partendo dai fatturati realizzati che almeno una percentuale non inferiore al 25/30% venga realizzata sui mercati extraregionali e internazionali con anche la dimostrazione di avere in organico le figure professionali necessarie ad implementare e/o a sostenere processi di compenetrazione in nuovi mercati siano essi quelli nazionali o internazionali

Per l’accesso al programma sopra descritto Bisognerebbe individuare dei parametri oggettivi (percentuale del fatturato rinvenienti da clienti ubicati al di fuori della Regione e/o della Nazione, struttura organizzativa adeguata – risorse umane nell’organico aziendale specializzate nella implementazione di progetti e processi di internazionalizzazione) una volta individuati i quali garantire a queste Imprese il sostegno della Regione nel loro processo di crescita.

A tutto ciò si aggiunga la necessità di continuare a sostenere l’abbattimento del costo del personale (stipendi e oneri sociali) per i nuovi assunti senza trascurare la possibilità di garantire un sostegno anche alle imprese che da anni garantiscono un determinato livello occupazionale senza aver più diritto ad alcuna agevolazione.

 

Inoltre, ulteriori indicazioni sono le seguenti:

– dedicare ulteriore spazio a creare le condizioni per una completa copertura del territorio regionale con i collegamenti fibra ottica, a servizio del tessuto sociale ed imprenditoriale

-dedicare maggiore spazio alla creazione di distretti territoriali plurivalenti (welfare, impresa, cultura, ambiente) che attraverso il tessuto sociale ed economico contribuiscono a rigenerare anche le aree interne

-dedicare maggiori risorse per la programmazione di attività nella scuola, rafforzare le sedi nelle aree interne, avviare un programma di messa in sicurezza di tutte le scuole della Basilicata

-dedicare maggiore attenzione ai poli di ricerca pubblici e alle possibilità di realizzare centri di studio e ricerca realizzati direttamente dalle imprese.

-dedicare maggiore attenzione nella definizione degli interventi sul territorio che possano impattare a livello ambientale e paesaggistico (i centri di ricerca potrebbero essere dedicati proprio a studiare nuove possibilità per integrare le energie rinnovabili con il paesaggio, a studiare come ridurre l’impatto turistico e migliorare la qualità della vita )

 

Con riferimento al sistema turistico-culturale Uno degli asset cui la Cna tiene molto è quello relativo al trasferimento dei saperi e delle conoscenze non più limitato solo ai vecchi mestieri artigianali in chiave turistica (vedasi le esperienze consumate in questi ultimi anni con riferimento al turismo esperenziale) ma a tutti i mestieri e le attività artigianali, atteso che il ricambio generazionale si concretizza in pochissimi casi ( sarebbe il caso di sostenerlo con investimenti e azioni ad hoc) sia per la cronica mancanza di adeguate figure professionali che affligge tantissimi settori del comparto artigianale, a partire dall’edilizia artigiana alla installazione di impianti alle attività manifatturiere della lavorazione del legno e del ferro; tant’è che oggi le imprese stanno vivendo una situazione paradossale: hanno commesse grazie anche ai tanti bonus riconosciuti dal Governo Nazionale ma non riescono ad evaderle nei tempi programmati causa l’impossibilità di trovare nel mercato del lavoro le figure professionali necessarie, cui negli ultimi tempi si è anche aggiunta la difficoltà nelle forniture dei materiali occorrenti.

Infine, in merito alle azioni per favorire l’accesso al credito delle Imprese lucane tenendo presente che nel 2020 la crescita dei prestiti all’economia lucana si è intensificata: l’andamento ha riflesso l’accelerazione dei prestiti alle imprese, che hanno beneficiato delle misure, governative e regionali, a sostegno della liquidità, tra cui le moratorie sui debiti bancari e il rafforzamento del sistema di garanzie pubbliche. Gli indicatori sulla qualità del credito mostrano un quadro articolato. Il flusso dei nuovi crediti deteriorati è diminuito, beneficiando, oltre che delle misure di sostegno a imprese e famiglie, anche della flessibilità delle regole di classificazione dei finanziamenti. La perdurante incertezza sull’evoluzione del quadro macroeconomico ha determinato tuttavia un aumento degli accantonamenti da parte degli intermediari sui crediti non deteriorati, in previsione di un peggioramento della qualità dei prestiti. L’accelerazione del credito, l’aumento del risparmio aggregato delle famiglie e il rinvio degli investimenti delle imprese hanno sostenuto la crescita dei depositi bancari.

In questo quadro un ruolo importante, soprattutto in merito alle garanzie finanziarie alle imprese, lo hanno svolto gli intermediari finanziari come i Cofidi. In questo momento particolare determinato dalla pandemia, i COFIDI si sono rivelati uno strumento di supporto efficace per la sopravvivenza delle imprese, in particolare le PMI. Considerando gli obiettivi strategici del PSR di Basilicata, tra le azioni da sviluppare sul territorio regionale tese a rafforzare e valorizzare il potenziale delle  risorse imprenditoriali endogene, attraverso la loro attiva partecipazione allo  sviluppo del territorio con il  concorso all’incremento del PIL regionale.

 Le accresciute esigenze di liquidità delle imprese, maturate soprattutto durante la chiusura generalizzata delle attività non essenziali nel 2020, si sono riflesse in un aumento della domanda di credito che ha favorito la detenzione del capitale circolante. Per limitare gli effetti della crisi pandemica, a partire da marzo 2020 il Governo ha introdotto diverse misure a sostegno della liquidità delle imprese, tra cui la moratoria sui debiti bancari non classificati dagli intermediari come deteriorati per le micro, piccole e medie imprese, disposta dal DL 18/2020 (decreto “cura Italia”), e il rafforzamento del sistema delle garanzie pubbliche sul nuovo credito, previsto dal DL 23/2020 (decreto “liquidità”). Alle moratorie ex lege si sono aggiunte quelle private, stabilite da accordi e protocolli d’intesa fra intermediari finanziari e le controparti interessate.

In tale contesto potrebbe essere utile come leva finanziaria l’erogazione di nuove risorse finanziarie a tutti i Cofidi operanti sul territorio lucano con particolare riferimento a quelli vigilati; nuove somme da utilizzare sia per la concessione di garanzie a favore del sistema bancario regionale sia per la erogazione di credito diretto alle Imprese da parte dei Cofidi. Le somme attribuite con Bando Pubblico dovrebbero essere erogate a condizione di dimostrare l’operatività in Regione al servizio delle Imprese Lucane a prescindere dal livello delle garanzie in essere diversamente da quanto accaduto in passato, tenendo presente non il singolo Cofidi bensì il servizio reso al mondo produttivo lucano.

Anche perché ci sarà sempre più bisogno negli anni a venire dello strumento finanziario che aiuta gli investimenti delle piccole e medie imprese che hanno difficoltà nell’accedere al credito, oltre a  favorire la nascita di aziende o investimenti in progetti innovativi. Uno dei partner della Regione in questa azione potrebbe essere il COFIDI.IT.

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