CronacaPuglia

Ricatto hard

Due giovani leccesi, Luigi Imbò, elettricista 32enne, e Marco Valerini, 37enne, tecnico bancario ed esperto in informatica, con un precedente alle spalle per truffa, sono finiti in manette con l’accusa di estorsione ai danni di un pensionato di Nardò e della sua compagna. Entrati in possesso, durante una riparazione del pc, di un video personale della coppia che li ritrae durante una performance amorosa, hanno chiesto loro 10mila euro per non diffondere il filmato. Un primo tentativo di incastrarli è fallito. Il 19 maggio scorso un contadino si è recato presso i carabinieri di Nardò con una busta piena di soldi dalla quale, per paura non aveva sottratto nemmeno una banconota. I militari sapevano di cosa si trattasse. Era l’esca per incastrare i due presunti estorsori. I due però non si sono presentati all’appuntamento nelle campagne di Nardò, dove la busta era stata lasciata, avendo visto troppe pattuglie dei carabinieri, che però erano lì in servizio ordinario senza sapere che altri loro colleghi erano appostati nelle vicinanze. Così il piano è saltato.

I due giovani estorsori, saputo da giornali e televisioni del ritrovamento del denaro da parte del contadino, si sono tranquillizzati, intuendo che i militari visti di pattuglia erano stati solo una coincidenza. Hanno così deciso di continuare nel loro ricatto. Così ne è nato il secondo tentativo di trappola per i due. Il 66enne, vittima del ricatto insieme alla sua compagna 35enne, ha lasciato i soldi nei pressi di località Lido Conchiglie, nel piazzale di un distributore chiuso da tempo. I due giovani sono arrivati a bordo di auto diverse. Il primo arrivato, Imbò, ha afferrato la busta con il denaro e l’avrebbe subito buttata quando dal nulla sono comparsi i primi carabinieri, in borghese. Ma ormai, era stato visto. Valerini si trovava in un altro veicolo, poco distante e nemmeno lui ha fatto in tempo a fuggire. Condotti in caserma, durante le perquisizioni, i militari hanno recuperato la chiavetta Usb con il filmato e diversi cellulari, che dovrebbero essere stati usati per telefonare alla vittima. Ma i militari hanno scoperto anche alcune fotocopie di documenti di persone risultate estranee ai fatti, ignare, alle quali i due avrebbero intestato le schede sim usate per i contatti. Entrambi sono finiti in carcere, su disposizione del pubblico ministero Giuseppe Capoccia.

Mariateresa Cotugno

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