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Relazione di Cosimo Andrulli al X° Congresso FILT CGIL Matera

Care/i compagne/i,

oggi 25 febbraio 2014 celebriamo il 10° Congresso della FILT CGIL di Matera, Congresso che svolgiamo in un contesto di grande crisi politica, economica e sociale del Paese.

Il Congresso rappresenta per noi un momento di alta democrazia e di coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati iscritti alla CGIL.

Essi hanno avuto, attraverso le assemblee di base, il diritto e la possibilità di esprimersi sulle linee programmatiche e sulle azioni da mettere in campo per il prossimo futuro.

Infatti, è necessario che tutta la CGIL abbia la capacità e la forza, con la testa e con il cuore, di confrontarsi sui temi che hanno portato il nostro Paese ad una crisi di enorme gravità per costruire percorsi che rendano possibile la risalita, attraverso strategie condivise, mirate e praticabili. E’ necessario realizzare politiche economiche capaci di ridare al Paese competitività e sviluppo.

IL LAVORO DECIDE IL FUTURO, questa è la parola d’ordine e la grande priorità per la CGIL.

Difficile è la situazione politica, difficile è la situazione economica, difficile è la situazione sociale di milioni di lavoratrici e lavoratori, di tanti pensionati, ma soprattutto di tanti giovani che non trovano occupazione.

L’impegno politico e sindacale deve concretizzarsi, soprattutto per ridare fiducia ai giovani che oggi in Italia sono disoccupati per il 41,6% e nel Mezzogiorno raggiungono percentuali ancora più spaventose.

E’ necessario evitare licenziamenti per chi il lavoro ce l’ha e al contempo avere tutele forti per chi il lavoro lo perde. Ma bisogna mai dimenticare di affermare le tutele ed estendere i diritti e la democrazia sui posti di lavoro, perché oggi la condizione dei lavoratori è sempre più precaria e vulnerabile.

Dalla crisi economica si esce se si rafforza il lavoro: i processi di riassetto produttivo, funzionali alla competizione, devono essere qualificati, cioè devono determinare lavoro di qualità; se, invece, continuano a non esserlo, dalla crisi non si uscirà e il lavoro sarà sempre più dequalificato, precario e fonte di peggioramento della condizione di vita dei lavoratori.

In occasione del suo 10° Congresso, la FILT CGIL sviluppa il suo dibattito intorno alle grandi questioni irrisolte del settore: anche qui, però, se le questioni problematiche vengono finalmente affrontate e avviate progressivamente a soluzione, esse possono concorrere a dare risposta ai bisogni dei cittadini e quindi ad attutire gli effetti devastanti prodotti sulle persone dalla crisi.

Non a caso la FILT CGIL ha scelto come suo motto “IL LAVORO TRASPORTA FUTURO”.

Senza mobilità il Paese non cresce.

I trasporti possono rappresentare crescita positiva per il nostro Paese e per il nostro territorio poiché essi hanno valore sociale, ambientale, economico ed industriale; in tal modo il settore dei trasporti si trasforma da “zavorra”, così come viene ingiustamente indicato, in “volano” per la crescita.

Dalle statistiche emerse nel corso degli ultimi anni, nel confronto con il resto d’Europa, malgrado la propaganda profusa a piene mani, dall’inizio del secolo, la dotazione di infrastrutture per il trasporto in Italia è sostanzialmente regredita ed è peggiorato l’equilibrio modale tra forme di trasporto inquinanti, a forte impatto ambientale, e forme di trasporto maggiormente compatibili con l’ambiente.

Infatti è più che necessario, che la politica Lucana, e più specificatamente quella Materana, inizi ad occuparsi concretamente dei trasporti, per favorirne modalità a minore impatto ambientale in modo da ridurre la congestione e l’inquinamento ambientale.

L’Europa, giustamente, è molto attenta all’ambiente e mette a disposizione risorse cospicue per favorirne la salvaguardia. A questo scopo rende disponibili ingenti finanziamenti per investire su infrastrutture destinate alla mobilità sostenibile, ma anche sulla mobilità di veicoli a bassa emissione ecosostenibile ecc.: serve fare scelte coraggiose quando “si captano” risorse. Bisogna essere in grado di saperle utilizzare al meglio.

La nostra Regione e la città di Matera, sono realmente interessate a praticare nei nostri territori la strada di mobilità ecosostenibile?sono realmente interessate a realizzare le basi perché ciò possa realizzarsi?

Da questo Congresso della FILT CGIL lanciamo un accorato appello all’Amministrazione Comunale di Matera, alla Provincia ed alla Regione Basilicata, affinchè si apra finalmente una discussione seria su questo tema tenendo prioritariamente in considerazione l’ambiente e la salute dei cittadini materani.

Non abbiamo parole per le sconcertanti diatribe emerse nel corso degli ultimi tempi, all’interno dalla politica del Palazzo di Città, che hanno avuto come unico risultato quello di fare naufragare fondi destinati ad una infrastruttura che poteva assolvere ad un “trasporto di massa veloce”, oltre a dare maggiore vivibilità alla città in termini di decongestionamento del traffico e e di servizi ai cittadini.

La crisi conferma l’urgente necessità che si affermino scelte utili per l’interesse generale della nostra collettività, con investimenti infrastrutturali e con un sistema di regole certe del mercato dei trasporti, e con il trasferimento di risorse adeguate al “servizio universale”.

La nozione di “servizio universale” copre nei trasporti un’ampia area. Il “servizio universale” è lo strumento attraverso cui si esercita il diritto dei cittadini alla mobilità, tutelato dalla Costituzione, ma investe indirettamente molteplici altri aspetti d’interesse generale, come appunto la tutela dell’ambiente e l’ecosostenibilità, obiettivi prioritari per l’intera Unione Europea.

Nella gran parte del settore trasporti, il prodotto è il servizio: se questo non viene consumato, contestualmente alla sua erogazione, esso va perso.

In Italia la domanda di trasporto, soprattutto per il traffico passeggeri, è sensibile anche a diversi fattori: ad es., l’aumento del costo del carburante disincentiva l’uso dell’auto privata. Mai, in passato, si è registrato un forte e duraturo incremento relativo alla domanda di trasporto collettivo locale, come nel corso dell’ultimo quadriennio. Si stima che nel 2012, rispetto al 2009, abbiano fatto uso quotidiano del mezzo pubblico quasi mezzo milione di persone in più: circa i 2/3 dell’incremento ha riguardato bus, tram e metropolitane, 1/3 l’uso del treno.

Anche le nostre imprese di Trasporto Pubblico Locale (TPL), hanno registrato un leggero incremento degli introiti da traffico, che non sono attribuibili al solo aumento delle tariffe applicate dalla Regione Basilicata, ma sono il chiaro segno che la crisi sta portando anche i cittadini lucani a riscoprire il valore del servizio di trasporto pubblico.

Peraltro, la domanda di trasporto di persone e di merci tende a crescere, anche quando l’economia è pressoché ferma ed aumenta esponenzialmente quando l’economia cresce. Perciò per potere scommettere sulla ripresa, bisogna tenere conto delle dinamiche di un mercato sempre più esigente.

Il processo di liberalizzazione in Italia, come anche nella nostra Regione e Provincia, è in corso ormai da più di 15 anni: è possibile, quindi, iniziare a fare dei bilanci.

Le dinamiche competitive di mercato non inducono, da sole, la qualificazione dell’offerta di trasporto, né orientano la domanda verso le modalità di trasporto più convenienti, dal punto di vista ambientale e dal punto di vista economico.

Pertanto sono le scelte a monte, quelle sulle politiche per la mobilità del nostro territorio, che devono puntare sulla creazione di snodi infrastrutturali capaci di incrociare la domanda extraurbana, urbana e sub-urbana, anche con l’ausilio di modalità diverse, non esclusa quella funicolare, ed orientare lo sviluppo del trasporto regionale e provinciale in tal senso.

E’ dimostrato che le caratteristiche settoriali dell’offerta e della domanda restano uguali, perciò vanno corrette esternamente al mercato, sia nelle fasi di espansione che in quelle di contrazione dell’economia.

Per queste ragioni, la regolazione dei processi di competizione nei trasporti è un tema di programmazione pubblica, in particolare, dell’ente affidatario dei servizi.

Regolare questi processi significa qualificarli ed orientarne lo sviluppo, considerando anche l’interesse generale delle comunità.

Qualificarli ed orientarli significa, dotandoli anche di maggiori capacità economiche e gestionali per assorbire inefficienze e diseconomie interne ed esterne che, come appena descritto, essi devono potere assolvere alla peculiare condizione di produrre servizio (offerta) nel momento stesso in cui lo si consuma (domanda).

Queste ragioni assumono un significato ancora maggiore nella crisi economica e nella possibilità stessa che i trasporti concorrano, come è utile al nostro territorio, ad un percorso di uscita dalla crisi qualificandone la crescita.

Una sfida per la nostra Provincia, potrebbe essere quello della sperimentazione riferita al “punto di rottura del tragitto”: ossia muoversi utilizzando percorsi modulari, con linee diverse e diversi tipi di trasporto.

Tutto ciò, porterebbe maggiore frequenza di servizi, anche per un territorio popolato da piccole comunità, recuperando appunto, i chilometri delle sovrapposizioni di linee, ovviamente con l’utilizzo del biglietto unico.

Il confuso decentramento di competenze sui trasporti tra i diversi livelli istituzionali, generato dal Titolo V della Costituzione, ha determinato, a partire dal 2001, una disordinata, spesso incoerente, sovrapposizione di disposizioni legislative, atti amministrativi ed orientamenti giurisprudenziali, con contraddizioni, incertezze e conflitto crescente tra livelli istituzionali, tra questi ed altri soggetti, tra amministrazioni pubbliche ed imprese.

Le politiche di programmazione pubblica, la pianificazione degli investimenti infrastrutturali, le norme di regolazione dei processi di liberalizzazione e di privatizzazione hanno evidenziato, nei trasporti, tutti i limiti di un “federalismo” concepito male, fin dalla metà degli anni ’90, ed attuato, inevitabilmente, in maniera peggiore a partire dal 2001. Così, infine, rischia di accadere nei trasporti quando si traccia il confine tra mercato e “servizio universale”.

Il preesistente modello delle concessioni pubbliche che regolava questi servizi è stato superato, in Italia, per la drastica riduzione di risorse pubbliche dedicate, ma, soprattutto, per una distorta idea di liberalizzazione.

Superato il modello precedente, nel nostro Paese non risulta affatto chiaro quello nuovo: l’orientamento è per le procedure selettive ad evidenza pubblica, nella logica della “competizione per il mercato”, con aggiudicazione in esclusiva del servizio; queste procedure sembrano le più consone alle norme comunitarie.

Questa impostazione, però, viene continuamente messa in discussione da chi professa il liberismo all’italiana e viene minata alla base dal taglio delle risorse pubbliche dedicate, ancora più se si considera la soggezione ai vincoli del “patto di stabilità”.

Succede soventemente, che le imprese rimangono soffocate da tale strumento rivalendosi sui propri dipendenti, attraverso i mancati pagamenti degli stipendi; alcune di esse arrivano addirittura a non versare quanto trattenuto in busta paga al rispettivo fondo di previdenza complementare, con innegabile danno alla pensione complementare di tanti lavoratori.

E’ un problema che merita adeguata attenzione e va affrontato coinvolgendo gli organi ispettivi della direzione territoriale del lavoro.

Anche nella regione Basilicata, in particolare nella provincia di Matera, il dissesto produttivo e finanziario del TPL ha ormai evidenti caratteristiche di emergenza, più elevata di quella da cui iniziò il tentativo di riforma attraverso il D.Lgs. 422/1997.

Ovviamente la profonda crisi è frutto non solo delle dinamiche economiche, ma anche di uno sconcertante e “scellerato” vincolo del patto di stabilità, tanto che gli Enti Locali, pur avendo disponibilità di risorse, non possono impegnarle.

Vincoli di questo tipo stanno provocando uno “strangolamento” del tessuto imprenditoriale e sociale, senza poi considerare il danno endogeno provocato alla sicurezza dei cittadini.

Infatti, la nostra Regione, ed in particolare la Provincia di Matera, non solo non possono investire risorse per la progettazione di nuove infrastrutture ma soprattutto non possono mettere in sicurezza, attraverso la manutenzione ordinaria, l’esistente rete viaria; ciò è un grave limite oggettivo che emerge chiaro attraverso gli ultimi eventi atmosferici avversi che hanno causato enormi difficoltà ai collegamenti stradali. ( frana di Montescaglioso; ponte di Craco; ponte s.s. Basentana).

E’ necessario, ora più che mai, riappropriarsi della possibilità d’investire le risorse disponibili, altrimenti si va verso il suicidio per l’intero territorio e le comunità esistenti.

Si conferma altresì la necessità, prioritaria per la FILT CGIL, di una RINNOVATA E RAFFORZATA azione sindacale nel settore Trasporto Pubblico Locale che dia impulso a politiche contrattuali efficaci ed inclusive che conquistino la corretta ed estesa applicazione della contrattazione di 1° e 2° livello, affermando l’utilizzo di clausole sociali adeguate, con un deciso riposizionamento dei livelli occupazionali e l’innalzamento dei livelli di sicurezza sul lavoro con adeguata immissione di nuova tecnologia.

Negli ultimi anni, il numero di addetti al Trasporto Pubblico Locale (TPL) della Regione Basilicata, e più in particolare della Provincia di Matera, se pure a fronte degli stessi servizi, ha subito una forte contrazione ed ha visto un proliferare di contratti di lavoro atipici, sempre più flessibili e sempre più precari.

 

L’anno scorso, più di 2/3 delle nuove assunzioni sono state fatte con contratti a termine e addirittura interinali.

Ormai non è più rinviabile aprire una nuova fase dell’azione sindacale sul TPL fatta di piattaforme, contrattazione, interlocuzione con le istituzioni per costruire contesti legislativi certi ed esigibili che regolino il mercato del lavoro e affermino un nuovo modello di relazioni industriali nel settore.

Rivendicare e ottenere, come pure avvenuto in questi anni, il rafforzamento delle clausole sociali per la sola via contrattuale non è sufficiente. Senza un idoneo supporto legislativo, le clausole sociali di origine contrattuale non reggono l’urto degli interessi di varia natura che si muovono nel mondo dei trasporti, anche in Basilicata.

Riformare il comparto e riassettare il suo sistema industriale è ancora possibile, malgrado gli ingenti danni nel frattempo determinati da un quadro di regolazione modificato continuamente e disordinatamente e dal pesante taglio, nell’ultimo quadriennio, alla spesa pubblica ad esso dedicata.

Riformare il TPL è utile al nostro territorio, soprattutto in questa prolungata fase di crisi economica.

È ancora possibile, se la programmazione pubblica si riappropria del ruolo di regolazione e di finanziamento del comparto e se, in questo ruolo, riparte dalla domanda di mobilità ed abbandona la mera razionalizzazione, ossia la riduzione dell’offerta.

E’ inoltre necessario che la Regione Basilicata e l’Amministrazione Provinciale di Matera delineino, nella programmazione per il Trasporto Pubblico Locale, elementi concreti di politica industriale su cui basare il riassetto delle imprese del comparto che, altrimenti, come si sta profilando, sarà esclusivamente guidato dalla logica delle dismissioni e/o dalla cattiva gestione dei servizi ai cittadini e delle maestranze operanti.

Su questo dimostreremo la nostra intransigenza a muso duro.

A tal proposito, rimane ancora un problema quello dello sciopero che abbisogna assolutamente di una rivisitazione della sua parte legislativa, poiché, per così come è concepito, rimane vincolante solo per i lavoratori dei trasporti, i quali, se non lo svolgono nel rispetto delle leggi, vengono sanzionati. Al contrario invece delle ricadute che lo sciopero ha sui datori di lavoro: per essi, lo sciopero rappresenta maggiore incasso in quanto, a fronte di un fermo macchina, i corrispettivi chilometrici vengono comunque assicurati.

La verità è che dopo quasi 5 anni di mancato rinnovo contrattuale, i lavoratori rimangono ostaggio delle imprese che eludono il confronto; i governi che si sono susseguiti, troppi per la verità, non hanno destinato risorse adeguate al comparto TPL.

La FILT CGIL di Matera aderirà convintamente allo sciopero del 19 marzo p.v. per difendere l’importanza del CCNL, in termini di affermazione della parte normativa e di quella economica, ma soprattutto al fine di rivendicare la prospettiva concreta di sviluppo per il settore.

Il Trasporto Pubblico Locale rimane un comparto che, pur nella crisi regionale, tra valore della produzione ed investimenti, totalizza ancora oggi un valore economico di diversi milioni di euro l’anno ed occupa direttamente quasi 1.400 addetti.

È utile al nostro territorio, valorizzandone i contenuti di sostenibilità, di socialità, far concorrere positivamente questo comparto al percorso di uscita dalla sua attuale, profonda crisi economica e sociale anche con effetti redistributivi del reddito.

Il Trasporto Merci invece, nel nostro territorio, si svolge in maniera prettamente terziaria e su gomma.

Mancano piattaforme logistiche: il sistema è improntato essenzialmente su modelli produttivi frammentati, legati attraverso una catena di appalti-subappalti che si muovono con tariffe al massimo ribasso.

L’autotrasporto merci, per effetto di un’asfittica domanda interna dei consumi, si è adeguato al mercato, evidenziando ancora di più un eccesso di offerta, un ulteriore dominio del trasporto su gomma e lo straordinario perdurante nanismo, vera e propria frantumazione, del proprio sistema imprenditoriale.

Inoltre, il progressivo inasprimento della competizione per effetto di un allargamento di quello internazionale non sufficientemente controllato, nel corso della crisi economica dell’ultimo quinquennio, ha determinato un vero e proprio mercato selvaggio.

Questi temi entrano nel dibattito pubblico solo quando si sviluppano proteste estreme, come il blocco pressoché totale dell’autotrasporto, proteste che dimostrano quanto siano vulnerabili, in Italia, la libera circolazione dei cittadini ed il sistema attuale di distribuzione delle merci.

L’assenza di un sistema a rete integrato, pone le poche imprese esistenti sul nostro territorio in un grave deficit competitivo.

Ovviamente, per superare tutto ciò, le stesse mettono in atto le più svariate violazioni ed elusioni della legge; alimentano le più articolate e peggiori forme di sfruttamento dei “soci lavoratori” nelle realtà cooperative e tra i cosiddetti “padroncini”, le une e gli altri relegati nei segmenti a minore valore aggiunto della filiera.

Bisogna recuperare rapidamente l’efficacia dei controlli e dei servizi ispettivi, è necessario interrompere ed invertire la deriva degli allentamenti normativi.

Un quadro con queste caratteristiche e la perdurante assenza di ipotesi credibili di razionalizzazione dell’autotrasporto italiano delineano inevitabilmente una prospettiva funesta di ulteriore drammatizzazione delle condizioni produttive e sociali del comparto.

Concludo partecipandovi che tanti sono stati gli argomenti messi in campo ed emersi dal confronto nelle assemblee di base con le nostre iscritte ed i nostri iscritti.

Valuteremo, insieme al gruppo Dirigente che verrà eletto in questo 10° Congresso della FILT CGIL di Matera, quale sarà il documento politico e programmatico da sostenere nel corso del prossimo futuro.

Dobbiamo essere in grado di capire profondamente, parlare sinceramente, agire decisamente.

In questo contesto mi sento di dire che non sempre abbiamo un rapporto unitario con altre organizzazioni sindacali che, in diverse occasioni, agiscono avendo un atteggiamento con controparti istituzionali e datoriali che non fa bene agli interessi dei lavoratori.

Il confronto, anche se a volte aspro, rimane il “sale”, che aiuta a svolgere il ruolo di confronto e di concertazione tra le Organizzazioni e le parti datoriali. Confronto che deve avvenire sempre nel rispetto dei reciproci ruoli e nel rispetto di chi il sindacato rappresenta.

Rimane prioritario per il settore, ma soprattutto per le questioni serie da affrontare nel corso del prossimo futuro, recuperare l’unitarietà sindacale attraverso il coinvolgimento delle strutture Confederali CGIL,CISL E UIL di Matera.

Ringrazio la S.G. della CDLT di Matera che, nel corso di questi anni, mi ha affiancato in diverse situazioni difficili, come ad esempio, il cambio d’appalto nel TPU di Matera ma anche in tante altre vertenze di settore.

Ringrazio il S.G. della Filt-Cgil di Basilicata Bruno Bevilacqua per il supporto organizzativo e di sostegno alla FILT CGIL di Matera.

Ringrazio i rappresentanti istituzionali per aver colto il nostro invito, con i quali avvieremo da subito un confronto sulle tematiche esplicitate nella relazione che, per la FILT, rappresentano le sue priorità.

Ringrazio gli iscritti, gli invitati, le delegate ed i delegati,

grazie…..grazie a tutti. W la CGIL, W la FILT.

Cosimo ANDRULLI – FILT CGIL MATERA

 

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