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Università di Bari, Emiliano e Introna rispondono a Chiodi

università aldo moro_bariMichele Emiliano e Onofrio Introna rispondono duramente a Giovanni Chiodi. Le dichiarazioni di quest’ultimo, presidente della Regione Abruzzo, sull’Università di Bari, (“dovrebbe chiudere, perché è considerata, con Messina e Urbino, uno dei peggiori atenei d’Italia”) non è andata affatto giù al primo cittadino barese e al presidente del Consiglio regionale pugliese. Per la cronaca, Chiodi ha espresso il suo pensiero sull’ateneo barese forte delle classifiche dell’Anvur, l’Agenzia Nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, proponendole direttamente al presidente del Consiglio, Enrico Letta.

E la proposta, non foss’altro, non è piaciuta ad Emiliano: “Pensi a ricostruire l’Aquila, se ci riesce, e non si comporti da sciacallo approfittando di discutibili graduatorie scritte nell’interesse delle università del nord al momento delle iscrizioni. Se, per completare la ricostruzione, Chiodi avesse bisogno delle competenze delle Università pugliesi e delle nostre energie professionali ed economiche, siamo come sempre a disposizione per lottare al fianco dell’Abruzzo migliore, del quale evidentemente lui non fa parte”. Il rischio, quindi, è di un incidente diplomatico.

Il sindaco di Bari difende a spada tratta il lavoro del rettore barese Corrado Petrocelli, che negli ultimi 10 anni ha riformato l’offerta formativa e una struttura che il sindaco definisce “dependance della destra fittiana, dove il nepotismo e il familismo amorale imperavano”, cambiando anche l’intestazione: da Benito Mussolini ad Aldo Moro.

Alle affermazione di Emiliano, si aggiungono anche quelle di Onofrio Introna: “Contesto nel merito, nella sostanza e soprattutto negli obiettivi di campanile che, probabilmente, perseguono le affermazioni del presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Anzichè cancellare incubatori storici della cultura centro-meridionale, il governo nazionale dovrebbe assicurare il suo sostegno ad atenei come quello barese, che secondo altre graduatorie primeggiano per iscritti, e che servono un bacino di utenza quanto mai ampio, assicurando una formazione accademica d’eccellenza”.

 

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