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Morti sul lavoro, la Basilicata è “regione rossa”

La strage avvenuta pochi giorni fa a Brandizzo, dove sono morti travolti da un treno in corsa 5 operai addetti alla manutenzione, ha riportato nuovamente all’attenzione pubblica il problema salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e le cosiddette “morti bianche”. 
“La strage di Brandizzo è l’ennesimo episodio che certifica come queste morti non siano “bianche”, ma dei veri e propri omicidi causati dal trascurare le misure di sicurezza, dalla disattenzione e dal giocare un terno al lotto con la vita dei lavoratori in nome di profitti e velocità. È inammissibile come ancora nel 2023 i dati sulle morti e sugli infortuni sui luoghi di lavoro siano così alti, specialmente in un’epoca dove la tecnologia e gli strumenti per evitarli vengono in supporto se adeguatamente utilizzati e sfruttati.”, dichiara Salvatore Fanelli, componente della Segreteria Fismic Confsal di Potenza.

“Stando ai dati dell’Osservatorio Vega engineering, la Basilicata è ancora una volta considerata “regione rossa”, con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale di morti sul lavoro. Un altro dato ancora più allarmante che salta all’occhio è l’incidenza di infortuni e morti dei giovani, sovente causate dalla poca formazione che questi lavoratori ricevono, e dalle morti che avvengono nei tragitti verso il luogo di lavoro. Non possiamo sempre aspettare una strage per agire, bisogna fare qualcosa di concreto e attivo qui ed ora, come la Fismic Confsal, mediante la sua confederazione Confsal, sta facendo grazie al “Decalogo della Sicurezza per la Prevenzione Partecipata”. Bisogna che tutti gli attori coinvolti nel mondo del lavoro agiscano per tutelare i diritti dei lavoratori, senza tralasciare quello della salute e sicurezza. Serve formazione a partire dalle scuole e serve che l’attenzione pubblica sul tema sicurezza rimanga sempre alta e non solo dopo una notizia di morti bianche. A tal proposito, nel breve periodo grazie al lavoro Confsal e Fismic Confsal di Potenza, verrà intitolata una piazza ai Caduti sul Lavoro in città, affinché tutti ricordino sempre le persone decedute, rendendo la loro memoria non vana e lottando per non implementare l’elenco dei nomi dei caduti.”, continua Fanelli.

“Non possono alcuni attori principali coinvolti sul tema salute e sicurezza, continuare a commentare solo a latere, bisogna prevenire, non curare. Ogni lavoratore va tutelato e non servono martiri per cambiare le cose, si può agire attivamente da subito, se si collabora in maniera costruttiva tra le Parti e non si continua a tergiversare, senza dover aspettare il prossimo incidente.”, conclude Fanelli.

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