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Recuperare la fiscal drag

Il recupero del Fiscal Drag, o drenaggio fiscale, è obiettivo storico. Ma anche una legge dello Stato, la 154 del 1989. Il fatto che non venga applicata, in base alle deroghe che i governi hanno inserito, significa letteralmente rubare sempre più dai cittadini divenuti solo sudditi da succhiare con sempre più ardore.

Ogni anno a San Marino viene firmato l’accordo sul fiscal drag Piccolo Stato che dimostra coi fatti le grandezze delle proprie idee fiscali ed economiche.

Italia grande stato che sta continuando a dimostrare una guida fiscale ed economica di vile direzione e regressione sociale. Maggiore prelievo esplicito (limitazioni a detrazioni, altri tributi), Combinato a Maggiore prelievo implicito (mancato recupero del fiscal drag)

Si ottiene l’equazione che genera

Impoverimento della popolazione, depressione dei consumi, riduzione della produzione, dell’occupazione e…

si ricomincia il ciclo creando quel vortice senza fine che si conosce sotto il nome di

RECESSIONE

Si può rallentare, bloccare, rialzare la testa ad una sola condizione, far pareggiare i conti con le politiche di sostegno ai redditi bassi e medi, ma anche solo riavviando una legge dello stato, la n° 154/89 (recupero del fiscal drag)

Ripercussione pratica del mancato recupero del fiscal drag

Si considerava persona a carico nel lontano 1997 chi percepiva meno di 5,5 milioni del vecchio conio, valore fermo da oltre 15 anni e che oggi è fissato ancora al valore di cambio a 2840, mentre il corrispondente termine rivalutato dovrebbe essere circa 4000.

In pratica, ripercussione su una famiglia monoreddito:

una moglie che ha la fortuna di lavorare per quasi due mesi, perché ‘precaria’ supera anche di poco il valore soglia (perché si considera il reddito lordo). Il coniuge sfortunatamente perde circa 1000, pari a quasi una mensilità netta della moglie, perché il coniuge non è più a carico per un intero anno.

BELLA……….VERGOGNATA FISCALE……

 

REMEMBER

Principio economico acquisito all’università

Un grosso risparmio per i pochi super-ricchi è meno salutare all’economia del Paese di un piccolo risparmio per molte persone a basso e medio reddito.

Sono infatti questi ultimi a trainare la domanda interna, fonte primaria del mercato

 

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