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Sviluppo e coesione, De Filippo: “Per ripartire, puntare di più al Sud”

“La posizione assunta congiuntamente da Confindustria e Cgil Cisl e Uil in tema di sviluppo e coesione dimostrano due cose. La prima è che c’è una grande attestazione di responsabilità da parte di tutti poiché è chiaro che dalla crisi o si esce tutti insieme o non si esce affatto e la seconda è che si esce dalla crisi solo se il Mezzogiorno supera il ritardo di sviluppo”. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo a margine del seminario nazionale che si è tenuto oggi a Roma presso la rappresentanza italiana del Parlamento Europeo, per iniziativa delle quattro confederazioni.

“Il salto di qualità che ci attendiamo – ha spiegato De Filippo – non è tanto nell’impostazione del lavoro, ma nella capacità di portarlo avanti con una costante attenzione a questa strategia che vede nel Mezzogiorno la possibilità di riscatto nazionale. Anche nella programmazione degli interventi 2007/2013 era stato posto il tema del rilancio del Mezzogiorno e, devo dire, era stato fatto anche muovendosi nella giusta direzione, ossia riunendo in un’unica programmazione i fondi comunitari, dei Fas e dei fondi regionali, ma poi il progetto si è sfaldato anno dopo anno nel momento della gestione, con i Fondi Fas che sono stati utilizzati spesso in modo estemporaneo dal Governo, e con i Fondi comunitari che hanno perso il carattere dell’aggiuntività, per diventare sostitutivi di fondi statali, come, ad esempio, nel caso del finanziamento degli ammortizzatori sociali con il Fondo sociale europeo. E’ chiaro, quindi, come si sia giunti agli effetti negativi che oggi hanno ben fotografato Confindustria a Cgil, Cisl e Uil, mettendo in luce una recente storia politica inequivocabile: lo Stato ha fatto venir meno quel contributo aggiuntivo per recuperare lo storico divario del Mezzogiorno del Paese e, specie negli ultimi anni, ha investito più nel Centro Nord che nel Mezzogiorno, sia in termini assoluti che in termini pro capite. Il frutto di queste politiche è sotto gli occhi di tutti e oggi ci troviamo a dover invertire la marcia mentre affrontiamo la più difficile congiuntura economica del Paese e dell’Occidente. Sia chiaro, però – ha concluso De Filippo – che la possibilità di investire sul Mezzogiorno per uscire dalla crisi va vista non come un problema ma come una strategia. Come Regioni – ha aggiunto De Filippo – noi ci crediamo al punto che stiamo investendo le poche risorse disponibili in questa direzione, e, ad esempio nel caso della Basilicata, nell’ambito di un intesa con le parti sociali abbiamo raddoppiato i fondi per il credito d’imposta sull’occupazione, recuperato fondi per il credito d’imposta per gli investimenti, finanziato interamente gli ammortizzatori sociali, e messo in campo in modo concertato anche gli strumenti dell’apprendistato, ponendo anche le basi per il nuovo ciclo di programmazione 2014/2020 su cui oggi incassiamo l’apprezzamento del ministro Barca. Ma è chiaro che le Regioni sono solo una parte del discorso, e attendiamo che a Roma ci sia un cambio di mentalità rispetto al recente passato.

I primi segnali, in tal senso, come riconoscono anche Confindustria e sindacati, sono venuti dal Decreto Sviluppo e dalle azioni per la coesione messe in campo proprio dal ministro Barca, ma ci attendiamo una volontà più marcata nei programmi futuri che il Governo dovrà mettere in campo, ossia quelli tesi a conseguire risultati di bilancio non solo attraverso i tagli ma grazie alla crescita complessiva dell’economia italiana. Cosa che – ha concluso De Filippo – è bene ripetere non può esserci senza il Mezzogiorno”.

 

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